Storia di una struttura indispensabile
Quello che può essere considerato il prototipo della scala antincendio venne inventato in Inghilterra da Daniel Maseres che nel 1784 installò un dispositivo mobile chiamato fire escape, che veniva fissato alla finestra e che permetteva la fuga verso l’esterno. I primi modelli in circolazione non erano altro che un perfezionamento del noto metodo di fuga dalla finestra con l’aiuto di lenzuola annodate. Il primo brevetto invece risale a più di un secolo dopo, nel 1887.
Le scale antincendio come elementi architettonici, in origine, erano concepite come strutture leggere in metallo e possedevano un pianerottolo per ogni piano, accessibile dall’interno tramite porte o finestre. Nello specifico sono scale poste all’infuori dell’edificio, in maniera che restino il più possibile libere dal fumo poiché appunto in caso di incendio, e quindi di rilascio di gas velenosi, non casino decesso o intossicazione.
Durante la storia tuttavia, il concetto di scala antincendio si è evoluto, tanto da essere inserite anche all’interno di edifici mediante opportuni accorgimenti tecnici che ne permettono la ventilazione e la fuoriuscita dei fumi.
A livello architettonico il dimensionamento della scala segue il criterio del numero di moduli di uscite di sicurezza. È inoltre basato sul numero di persone che debbono essere evacuate da ogni piano dell’edificio, di modo da avere il più rapido tempo di evacuazione. Quindi nella progettazione di una scala antincendio, verrà tenuto conto anche del percorso della scala, che deve giungere ad un luogo sicuro esterno, ove gli evacuati possano essere raccolti e sostare, senza subire danni dovuti all’incendio o del danno al fabbricato.